Guerra del grano meno cruenta ma spesso più crudele. Prezzi alle stelle e popoli alla fame

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I morti non eroici per fame

Fermate questa guerra. Subito. Fatelo per i bimbi ucraini, certo, ma anche per quelli del Sudan. Che muoiono come le mosche. E per quelli di quasi tutta l’Africa e di mezza Asia, perché le armi uccidono, in modo subdolo, anche a grande distanza. Cominciando sempre dai più deboli, dagli indifesi, dai dimenticati dal Signore. Da quelli che non fanno notizia, nei paludati talk-show di questi disgraziatissimi giorni, perché non crepano sotto le bombe. Ma che molto più silenziosamente e nell’indifferenza quasi planetaria, muoiono solo di fame. L’invasione russa dell’Ucraina ha sconquassato tutti gli scenari geopolitici e, nel delicato settore dell’approvvigionamento alimentare, ha definitivamente fatto saltare il banco. Solo a marzo, il blocco dei porti sul Mar Nero, arrestando le esportazioni di grano ucraino (che si sommano alla diminuzione di quelle russe) ha fatto aumentare i prezzi del 20%.

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